Mario Carbone 2

Vai ai contenuti

Menu principale:

LA BIOGRAFIA

Mario Carbone, nasce a Palma Campania il 17.06.1940.
Trasferitosi a Milano nella sua giovane età, intraprese la strada della musica, facendo provini su provini, finì col studiare la musica lirica.
Il primo suo M° fu il Tenore Primo Montanari, per il solfeggio e i valori della musica, conseguendo il diploma di solfeggio. In seguito, passò sotto la guida della Signora Lina Pagliughi, grande Soprano del dopoguerra, per seguire lezioni di canto, per diverso tempo.
Dopo alcuni concorsi si aggiudicò una borsa di studio esclusivamente per lo studio della musica lirica.
Studiò con il M° Mino Piccaluca direttore del coro della Scala di Milano, per un lungo tempo.
Per diverse ragioni perse la borsa di studio non per colpa sua, e in seguito si sciolse anche l’Associazione della musica lirica del momento.
Fu lo stesso M° Piccaluca a convincere Mario Carbone di tornare a Napoli, raccomandandolo al M° Mino Campanino (di Napoli) per proseguire lo studio del canto lirico.
Sotto la guida del M° Mino Campanino, grande conoscitore delle opere liriche e scuole di canto internazionale, studiò tre opere : la Traviala (di Verdi), la Tosca e Bohem (di Puccini).
Nel frattempo prese alcune lezioni di canto dal M° Lello Passero, docente di canto al conservatorio di Napoli "San Pietro a Maiella", e si diplomò al Conservatorio di Salerno con ottimi risultati.
Studiò la storia della musica dall’origine, compreso lo studio della tragedia Greca e tre grandi - - Eschile, Sofocle e Uripide, etc. etc.
Partecipò al concorso per il rilancio dell’operetta in onore di Franz Lehar, tenutosi a Parma con le romanze d’obbligo : Tace il labbro, Tu che m’hai preso il cuore, piazzandosi al secondo posto. Vinse alla Rai, il primo premio "20 gettoni d'oro" un programma presentato da Corrado nel 1969.
Sempre sotto la guida del M° Campanino, fece omaggio a Francesco Paolo Testi, tutte le sue romanze da salotto, includendo anche Musica Proibita, Mattinata, l’unica romanza del grande G. D’Annunzio "L’alba separa dalla luce l’ombra".
Poi venne il periodo tutto negativo.
Mentre si preparava al debutto presso il Teatro di Palermo con l’opera "La Traviata" verso la metà di novembre del 1984, un mese prima ed esattamente il 07.10.1984, morì sua moglie con un male fulmineo, anche lei grande interprete della canzone italiana, lasciando due bambini di 7 e 10 anni ai nonni.



Nell’anno 1984 incominciò ad insegnare musica agli alunni di terza media presso l’Istituto Vescovile di Nola e dopo una lunga riflessione riprese i figli con sé e decise di crescerli lui poiché avevano bisogno del calore di una famiglia.
Intanto, in questo periodo, si abilitò per insegnare nelle scuole medie statali, senza mai abbandonare la musica.
Studiò pianoforte con il M° G. Esposito con buoni risultati.
E’stato un ottimo interprete della musica classica sia napoletana che ialiana, aggiudicandosi una nomea tale da essere paragonato, dai critici della canzone italiana,  al C. Villa del Sud.
Nel periodo di pausa si dilettava a recitare poesie di vari autori : Pianoforte ‘e notte, Marzo, Alla Mamma, (dll’autore S. Quasimodo), A Livella, Si fosse n’auciello, A Consegna etc. etc.
Una volta maggiorenni i propri figli, decise di dedicarsi a se stesso, creandosi una nuova vita. Sposò la signorina  Ferrante  Giovanna (Maestra d’asilo) presso il Circolo di Palma Campania. Il matrimonio avvenne il 24.02.1996.



Tutt’ora vivono in una villetta alla periferia del proprio paese, molto accogliente, felici e contenti.
Attualmente è ospite d’onore in alcune trasmissioni locali e anche nazionali se capita.


Poesia preferita

<<Ho sognato che camminavo sulla sabbia / accompagnato dal mio Signore / e ho visto tutti i giorni della mia Vita. / In ogni giorno / c’era la mia orma se c’era quella del Signore. / Ma in certi giorni / c’era un’orma sola : / proprio nei giorni di paura, dolore, angoscia. / Dov’eri Signore ? / avevi promesso di essere sempre con me. / Perché mi hai lasciato in quei giorni? / Mi disse: / Figlio mio, ti amo / e ho promesso di essere con te / per tutta la camminata. / Non ti ho mai lasciato. / Nei giorni in cui hai visto / solo un’orma, / io ti portavo in braccio>>.

Cerca
Torna ai contenuti | Torna al menu